HORIZON
2018
L’artista interpreta il concetto di open source (sorgente aperta), titolo a cui è dedicato il tema della Biennale di Arte di Shenzhen, come la possibilità di creare interazioni aperte in uno spazio indefinito. Nasce così Horizon, una composizione scultorea site-specific progettata per essere attraversata. Partendo da piccoli componenti di tende a fili, normalmente usate per coprire punti di passaggio, l’artista crea Horizon, un orizzonte visivo pensato per aprire a nuove possibilità interpretative dello spazio. Nella struttura di Horizon si dipana un gioco di rapporti di equilibrio precari in cui il dialogo tra il carattere di ripetizione e frammentarietà delle singole sezioni costitutive, l’interezza dell’elemento scenografico d’insieme e la presenza dell’ambiente esterno al museo è influenzato dal senso di passaggio. Horizon, situato di fronte la vetrata della sala principale del Luohu Art Museum, è sospeso ed appare come un paesaggio spaziale, quasi un miraggio, che invita a relazionarsi attivamente ad esso. Il senso scultoreo di Horizon è infatti interrotto dalle linee di colore con cui l’artista definisce le sezioni e da cui emergono immagini sfocate, quasi oniriche, che rievocano il ricordo dei paesaggi di Guilin. I piccoli fori di cui sono cosparsi i tasselli che compongono la struttura, giocando con le trasparenze tra piani paralleli diversi, contribuiscono all’indefinitezza dello spazio. In esso, il carattere artificiale dei materiali va incontro alla naturalezza delle immagini evocate e la divisione tra ciò che è reale e ciò che non lo è viene superata dai diversi livelli di apertura interpretativa a cui Horizon rimanda. (Alice Cazzaniga)
EN
The artist interprets the concept of open source, the theme of Shenzhen Art Biennale, as the possibility of creating open interactions in an indefinite space. This is how Horizon, a site-specific sculptural composition designed to be crossed, was born. Starting from small components of recycled plastic beaded curtains, normally used to cover crossing points, the artist creates Horizon, a visual horizon designed to open up to new possibilities of interpreting the space. In its structure Horizon unfolds a game of precarious balancing relations in which the dialogue among the repetitive and fragmentary nature of the single sections, the wholeness of the scenic element and the presence of the environment outside the museum is influenced by the sense of transition. Horizon, located opposite the stained glass window of the main hall of the Luohu Art Museum, is suspended and appears as a spatial landscape, almost a mirage, which invites to actively relate to it. The sculptural sense of Horizon is in fact interrupted by the lines of colour with which the artist defines the sections and from which blurred, almost dreamlike, images emerge and recall memories of the Guilin landscapes. The small holes that sparkle the structural components of Horizon, playing with the transparencies among different parallel planes, contribute to spatial indefinitity. In Horizon, the artificial texture of the materials meets with the naturalness of the evoked images and the division between real and unreal is overcome by the different levels of interpretative openness Horizon refers to. (Alice Cazzaniga)
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